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Carlo Alberto di Savoia (1831-1849) · Regno di Sardegna · Monetazione per la Sardegna

3 centesimi · 1842

Valore · ø 20 mm · 3,00/3,06 g · Cu

Carlo Alberto di Savoia 1831 1849 Regno di Sardegna Monetazione per la Sardegna 3 centesimi 1842 Valore 20 mm 3,00 3,06 g Cu dritto
Carlo Alberto di Savoia 1831 1849 Regno di Sardegna Monetazione per la Sardegna 3 centesimi 1842 Valore 20 mm 3,00 3,06 g Cu rovescio
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    Nonostante il RD 1621/1863 stabilisse, a decorrere dal 29 febbraio 1864, la cessazione del corso legale di queste monete da 5 centesimi, 3 centesimi e 1 centesimo, esse potrebbero avere avuto vita assai più breve. Infatti, Cappellari [2016, p. 57] così riporta in un suo articolo: "Difatti, abbiamo reperito un provvedimento sottoscritto dall'intendente generale delle Regie Finanze nel Regno di Sardegna - Don Giuseppe Sappa - datato a Cagliari 4 gennaio 1845, con il quale, nel premettersi che era venuta meno la causa che aveva determinato l'emissione di queste specie, si ordina che, a far data dal 1° aprile (1845), 'le monete di rame di uno, tre e cinque centesimi del Piemonte non saranno più ammesse nelle casse pubbliche, come nemmeno nei banchi di smaltimento al dettaglio di generi regali, e dai Contabili di fondi Regi o Comunali, né potrà alcuno venire obbligato ad accettarli.' Il provvedimento dispone anche in ordine al cambio delle suddette monete presso le Tesorerie provinciali stabilendo che potranno 'venir scambiate con altre simili di conio di Sardegna.' Se consideriamo che queste monete vennero coniate a Torino fra il 7 marzo 1843 ed il 1° marzo 1844; che dovettero poi essere trasportate e distribuite su tutto il territorio dell'isola di Sardegna; e che a seguito della disposizione dell'intendente generale cessarono il corso legale a far data dal 1° aprile 1845, possiamo concludere che il loro effettivo utilizzo come numerario circolante fu circoscritto ad una forbice temporale estremamente breve, che va da un minimo di un anno ad un massimo di due anni dalla loro emissione. D'altro canto, il trattamento loro riservato evidenzia come tali monete debbano intendersi come numerario puramente emergenziale e contingente, ovvero come uno strumento monetario, destinato unicamente a fronteggiare una situazione di grave penuria di moneta spicciola, limitato all'isola di Sardegna. Coerentemente a questo presupposto, nel momento in cui le Autorità constatarono il ripristino della soglia minima del minuto circolante e giudicarono superata l'emergenza (ciò verosimilmente si verificò grazie all'estensione del sistema monetario decimale Piemontese all'isola, fenomeno che riversò in Sardegna la monetazione erosa in corso negli Stati sabaudi di terraferma), ne conseguì l'immediata cessazione del corso legale ed il conseguente ritiro di queste specie monetarie 'atipiche'. [...] In mancanza di documenti che comprovino una revoca e/o rettifica successiva a quanto disposto dall'Intendente Generale, con conseguente proroga del corso legale delle tre monete in argomento, possiamo solo ipotizzare che la causa di questo 'disguido' amministrativo possa risiedere nel mancato coordinamento tra la disposizione dell'Ato funzionario del Regno di Sardegna e quelle, postume di un ventennio, emanate dalle Autorità del Regno d'Italia."

    Le monete da 3 centesimi in rame furono coniate, dal 7 marzo 1843 al 1° marzo 1844, in 2.168.945 pezzi, per un totale di 65.068 lire e 35 centesimi [Marchisio 1910, pp. 136-137; Carboneri 1915b, pp. 898-899, tab. D].


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